Disagio mentale, in Europa 165 milioni con disturbi
10-04-2015 12:17 - News
Ansia, depressione, demenza, dipendenza da alcol e droghe, disagio psicologico che spesso si trasforma in sofferenza fisica. Nel 2030 i disturbi mentali saranno le malattie più frequenti nel mondo, ma nell´Europa della crisi sono già pandemia: la sfida sanitaria del Terzo millennio, che colpisce secondo gli ultimi dati disponibili il 38,2% degli abitanti del Vecchio continente, per un totale di quasi 165 milioni di pazienti su una popolazione di 514 mln. Dei malati, appena uno su 3 riceve farmaci o altre terapie. Per 2 su 3 nessuna cura.
Un quadro drammatico che attende aggiornamenti dopo Vienna, dove fino al 31 marzo si è svolto è il 23esimo Congresso dell´Epa, l´Associazione europea di psichiatria. Il summit 2015 ha riunito esperti da 88 Paesi del pianeta, membri di 37 enti nazionali, in rappresentanza di oltre 78.500 psichiatri europei e mondiali.
Sulla scala della disabilità ´Daly´ (anni di persi per mortalità precoce o vissuti in malattia), le patologie mentali sono sul primo gradino del podio europeo (26,6%). "Quelle con un impatto maggiore sono la depressione (7,2%) e l´Alzheimer (7,3%), oltre ai problemi legati all´abuso di alcol (3,4%) di cui oggi si parla troppo poco, ma che nella Penisola interessano circa 2 milioni di persone", spiega all´Adnkronos Salute Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di neuroscienze dell´ospedale Fatebenefratelli di Milano e past president della Società europea di psichiatria (Sip).
In termini di frequenza, al primo posto ci sono i disturbi d´ansia (14%), seguiti da insonnia (7%) e depressione maggiore (6,9%), disturbi somatoformi (sintomi fisici che indurrebbero a pensare a una malattia somatica, al 6,3%), disturbo da iperattività e deficit dell´attenzione-Adhd (5% dei giovani), dipendenza da alcol e droghe (4%) e demenza (dall´1% nella fascia 60-65 anni al 30% fra gli 80enni).
"Crude statistiche che descrivono un esercito che soffre: possiamo stimare oltre 61 milioni di malati d´ansia (8 mln solo in Italia), 29 mln di insonni e quasi altrettanti depressi (3,9 mln nel nostro Paese), oltre a 6 mln di persone affette da demenza", elenca Mencacci. Dietro ai numeri si nascondono "disturbi con gravità differente - precisa Mencacci - Da lievi a medi o gravi, da assolutamente transitori a cronici e permanenti. Una vera sfida del XXI secolo", come avvertono anche le autorità internazionali e l´Organizzazione mondiale della sanità in primis. "Un allarme ancora più grande se si pensa che appena il 33% di questa popolazione di malati riceve terapie e farmaci", sottolinea lo psichiatra. E a subire di più le conseguenze del disagio sono le donne: "Il peso dei disturbi mentali, inteso come disabilità - rileva lo specialista - impatta nella popolazione femminile per oltre il 30% sul totale malattie, contro il 23% in quella maschile. Una differenza molto significativa". E la crisi? "Pesa e non poco: crescono in particolare ansia e depressione, la mortalità alcol-correlata, la piaga dei suicidi". "Con la crisi - avverte Mencacci - abbiamo assistito in primo luogo a un aumento del consumo di alcol e della mortalità correlata, e si è registrata una crescita dei tassi suicidari legata alla disoccupazione: ogni incremento del 10% del tasso di disoccupazione fa registrare un +1,4% del tasso suicidario. E se in Italia il dato resta medio-basso, pari al 6,3 per 100 mila abitanti all´anno - puntualizza lo psichiatra - per la popolazione europea siamo quasi al doppio, con un tasso di circa 12/100 mila abitanti/anno. In Cina arriviamo addirittura a 14 e il ´gigante rosso´ è l´unico Paese in cui sono più donne degli uomini a subire questo aumento".
Nell´Europa della crisi dilagano anche "ansia, depressione e consumo di sostanze in generale, specie fra i più giovani. E aumentano disturbi somatoformi e malattie somatiche: sindromi dolorose localizzate, dismorfofobia con una percezione distorta del proprio corpo che contribuisce anche a spiegare il massiccio ricorso alla chirurgia plastica, e la vecchia ipocondria sempre più spesso declinata in ´cybercondria´".
Nell´era di Internet e social network la paranoia corre infatti sul filo del mouse, si moltiplicano i navigatori ossessionati da ´dottor Google´ e quelli che si affidano a pericolose autodiagnosi o ancora peggio all´autocura. "Un danno nel danno, che gonfia la spesa per il Servizio sanitario nazionale".
Non solo: "La crisi, unita alla perdita di speranza e a una percezione molto bassa delle reti di protezione sociale, amplifica e a volte esaspera anche il modo in cui il malessere viene manifestato". Nel nostro Paese tuttavia, testimonia Mencacci, "il cambiamento politico sta mostrando i suoi benefici": una sorta di "effetto-Renzi", con "la comunicazione di un messaggio positivo che inizia a penetrare".
Promuovere l´innovazione sia in ambito clinico che di ricerca, e consolidare le basi di un ´networking´ internazionale strategico per migliorare la salute mentale e l´assistenza psichiatrica in tutto il mondo. Questo l´obiettivo dell´´Epa 2015´ che anima la capitale austriaca. Nelle oltre 20 sessioni congressuali e tavoli di lavoro verranno presentati i risultati più recenti emersi in letteratura sul fronte della ricerca clinica e traslazionale di base, e la loro applicazione pratica in un ampio excursus che va dalla diagnosi al trattamento fino alla formazione specialistica.
"L´Epa - commenta Emilio Sacchetti, presidente della Sip - è da sempre impegnata a garantire agli psichiatri informazione, ricerca e innovazione di qualità. L´associazione e il suo congresso offrono una preziosa opportunità per condividere risultati di ricerca e nuove strategie terapeutiche, confrontandosi con esperienze di colleghi nazionali, ma anche europei e internazionali. Nel rispetto di questo obiettivo il meeting permette di intraprendere nuove e importanti ´connessioni´, rivolte ad una crescita scientifica e assistenziale della nostra disciplina".
Al Congresso viennese è entrata in carica come presidente eletto dell´Epa la psichiatra italiana Silvana Galderisi, professore ordinario della Seconda università degli Studi di Napoli. Prenderà ufficialmente il timone dell´Associazione europea nel 2017.
Fonte: Adnkronos
Un quadro drammatico che attende aggiornamenti dopo Vienna, dove fino al 31 marzo si è svolto è il 23esimo Congresso dell´Epa, l´Associazione europea di psichiatria. Il summit 2015 ha riunito esperti da 88 Paesi del pianeta, membri di 37 enti nazionali, in rappresentanza di oltre 78.500 psichiatri europei e mondiali.
Sulla scala della disabilità ´Daly´ (anni di persi per mortalità precoce o vissuti in malattia), le patologie mentali sono sul primo gradino del podio europeo (26,6%). "Quelle con un impatto maggiore sono la depressione (7,2%) e l´Alzheimer (7,3%), oltre ai problemi legati all´abuso di alcol (3,4%) di cui oggi si parla troppo poco, ma che nella Penisola interessano circa 2 milioni di persone", spiega all´Adnkronos Salute Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di neuroscienze dell´ospedale Fatebenefratelli di Milano e past president della Società europea di psichiatria (Sip).
In termini di frequenza, al primo posto ci sono i disturbi d´ansia (14%), seguiti da insonnia (7%) e depressione maggiore (6,9%), disturbi somatoformi (sintomi fisici che indurrebbero a pensare a una malattia somatica, al 6,3%), disturbo da iperattività e deficit dell´attenzione-Adhd (5% dei giovani), dipendenza da alcol e droghe (4%) e demenza (dall´1% nella fascia 60-65 anni al 30% fra gli 80enni).
"Crude statistiche che descrivono un esercito che soffre: possiamo stimare oltre 61 milioni di malati d´ansia (8 mln solo in Italia), 29 mln di insonni e quasi altrettanti depressi (3,9 mln nel nostro Paese), oltre a 6 mln di persone affette da demenza", elenca Mencacci. Dietro ai numeri si nascondono "disturbi con gravità differente - precisa Mencacci - Da lievi a medi o gravi, da assolutamente transitori a cronici e permanenti. Una vera sfida del XXI secolo", come avvertono anche le autorità internazionali e l´Organizzazione mondiale della sanità in primis. "Un allarme ancora più grande se si pensa che appena il 33% di questa popolazione di malati riceve terapie e farmaci", sottolinea lo psichiatra. E a subire di più le conseguenze del disagio sono le donne: "Il peso dei disturbi mentali, inteso come disabilità - rileva lo specialista - impatta nella popolazione femminile per oltre il 30% sul totale malattie, contro il 23% in quella maschile. Una differenza molto significativa". E la crisi? "Pesa e non poco: crescono in particolare ansia e depressione, la mortalità alcol-correlata, la piaga dei suicidi". "Con la crisi - avverte Mencacci - abbiamo assistito in primo luogo a un aumento del consumo di alcol e della mortalità correlata, e si è registrata una crescita dei tassi suicidari legata alla disoccupazione: ogni incremento del 10% del tasso di disoccupazione fa registrare un +1,4% del tasso suicidario. E se in Italia il dato resta medio-basso, pari al 6,3 per 100 mila abitanti all´anno - puntualizza lo psichiatra - per la popolazione europea siamo quasi al doppio, con un tasso di circa 12/100 mila abitanti/anno. In Cina arriviamo addirittura a 14 e il ´gigante rosso´ è l´unico Paese in cui sono più donne degli uomini a subire questo aumento".
Nell´Europa della crisi dilagano anche "ansia, depressione e consumo di sostanze in generale, specie fra i più giovani. E aumentano disturbi somatoformi e malattie somatiche: sindromi dolorose localizzate, dismorfofobia con una percezione distorta del proprio corpo che contribuisce anche a spiegare il massiccio ricorso alla chirurgia plastica, e la vecchia ipocondria sempre più spesso declinata in ´cybercondria´".
Nell´era di Internet e social network la paranoia corre infatti sul filo del mouse, si moltiplicano i navigatori ossessionati da ´dottor Google´ e quelli che si affidano a pericolose autodiagnosi o ancora peggio all´autocura. "Un danno nel danno, che gonfia la spesa per il Servizio sanitario nazionale".
Non solo: "La crisi, unita alla perdita di speranza e a una percezione molto bassa delle reti di protezione sociale, amplifica e a volte esaspera anche il modo in cui il malessere viene manifestato". Nel nostro Paese tuttavia, testimonia Mencacci, "il cambiamento politico sta mostrando i suoi benefici": una sorta di "effetto-Renzi", con "la comunicazione di un messaggio positivo che inizia a penetrare".
Promuovere l´innovazione sia in ambito clinico che di ricerca, e consolidare le basi di un ´networking´ internazionale strategico per migliorare la salute mentale e l´assistenza psichiatrica in tutto il mondo. Questo l´obiettivo dell´´Epa 2015´ che anima la capitale austriaca. Nelle oltre 20 sessioni congressuali e tavoli di lavoro verranno presentati i risultati più recenti emersi in letteratura sul fronte della ricerca clinica e traslazionale di base, e la loro applicazione pratica in un ampio excursus che va dalla diagnosi al trattamento fino alla formazione specialistica.
"L´Epa - commenta Emilio Sacchetti, presidente della Sip - è da sempre impegnata a garantire agli psichiatri informazione, ricerca e innovazione di qualità. L´associazione e il suo congresso offrono una preziosa opportunità per condividere risultati di ricerca e nuove strategie terapeutiche, confrontandosi con esperienze di colleghi nazionali, ma anche europei e internazionali. Nel rispetto di questo obiettivo il meeting permette di intraprendere nuove e importanti ´connessioni´, rivolte ad una crescita scientifica e assistenziale della nostra disciplina".
Al Congresso viennese è entrata in carica come presidente eletto dell´Epa la psichiatra italiana Silvana Galderisi, professore ordinario della Seconda università degli Studi di Napoli. Prenderà ufficialmente il timone dell´Associazione europea nel 2017.
Fonte: Adnkronos